Come sta cambiando il recruiting nel delle professioni legali?

Il recruiting nel mondo delle professioni legali sta attraversando un cambiamento profondo. Si lavora in modo diverso, si cercano competenze nuove, si valutano con nuovi parametri le persone e le organizzazioni. Il mercato del lavoro legale non è più solo un luogo dove si offrono e si cercano posizioni: è diventato uno spazio in cui si ridefiniscono aspettative, valori, priorità.
In questo contesto di evoluzione, MOPI – Marketing e Organizzazione per gli Studi Professionali, in collaborazione con Avvocato360, ha promosso un webinar dedicato al tema del recruiting legale e delle sue trasformazioni. L’incontro ha riunito tre professioniste con esperienze complementari:
- La Dott.ssa Gaia Francieri, esperta di posizionamento e cultura organizzativa
- La Dott.ssa Nicoletta Ravidà, specialista in selezione per il settore legale
- La Dott.ssa Tania Nebbia, consulente con un focus sulla private practice.
Oltre il curriculum
L’immagine dell’avvocato “ideale” non è più legata solo a competenze tecniche. Il recruiting nel mondo legale guarda con sempre maggior interesse la sfera delle soft skills: la capacità di stare in relazione, di comprendere il contesto, di portare valore in team multidisciplinari e in ambienti in continua trasformazione. Le soft skill non sono più un elemento accessorio alle competenze tecniche, sempre più spesso rappresentano il vero tratto distintivo.
In parallelo, gli studi legali – grandi e piccoli – stanno rivedendo i propri criteri di selezione. La cultura organizzativa, il modo in cui uno studio si racconta e si struttura, diventa un fattore determinante per attrarre e trattenere professionisti. Anche la tecnologia e il lavoro da remoto hanno cambiato le regole del gioco, ampliando le possibilità e, parallelamente, rendendo più complesso il processo di selezione e integrazione.
Territorio e strategie
Un ulteriore aspetto emerso dal confronto, riguarda la distribuzione delle opportunità sul territorio: non è più sufficiente guardare alle grandi città per comprendere il mercato. Esistono spazi di crescita anche in aree meno centrali, a patto di saper leggere i segnali e impostare strategie coerenti.
Parlare di recruiting significa, nel contesto odierno, parlare di visione: come vogliamo che siano le nostre organizzazioni? Che tipo di persone vogliamo attrarre e far crescere? Quali competenze riteniamo davvero rilevanti per affrontare le sfide future?
Il webinar ha aperto uno spazio di confronto utile e, ci auguriamo, generativo. Un invito a guardare al recruiting non come ad un processo tecnico, ma come un momento strategico, che riflette (e plasma) l’identità di uno studio e il senso della professione.
Ne parliamo qui.
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