Il rapporto (poco indagato) tra stanchezza e disaffezione al lavoro
Non siamo preparati a distinguere tra stanchezza e disaffezione al lavoro.
O meglio, forse lo eravamo, ma tutto è diventato più complicato in questi tempi frenetici e incerti. Per noi personalmente e per chi ci sta attorno, a partire da colleghi e clienti, coi quali interagiamo molte ore ogni giorno.
In più, stanchezza e disaffezione si alimentano l’una l’altra, e accrescono così la nostra confusione.
Sfortunatamente, anche molte organizzazioni faticano a decidere se e come intervenire, perché le persone immerse nel ‘business as usual‘ sono apparentemente più produttive di quelle orientate a dosare le proprie risorse.
Abbiamo chiaro il modo in cui approcciamo il nostro lavoro oggi?
In questo contesto, è essenziale trovare il tempo per riconoscere e analizzare le modalità con cui approcciamo il lavoro.
Svolgendo una professione intellettuale, sappiamo che il c.d. “lavoro di conoscenza” spesso è un “greedy job“, un lavoro ingordo che si prende tutto il nostro tempo perché appassiona e dà un’identità; e sappiamo anche, per averlo sperimentato sul campo, che
- lavorare più delle ore dovute
- stare sempre all’erta
- rispondere con immediatezza a qualsiasi richiesta, per quanto estemporanea, di clienti e superiori
- avere in testa sempre e solo il lavoro
- non riuscire a pianificare la vita privata perché il lavoro ha la priorità
non è, a lungo andare, sostenibile. Genera conseguenze che richiedono di essere gestite.
Tutti abbiamo già accumulato tutti abbastanza esperienza personale (diretta e indiretta) che ce lo conferma. Non è sostenibile. Nè, francamente, desiderabile.
Perché è essenziale la distinzione tra stanchezza e disaffezione
Nel mondo del lavoro moderno, con i suoi ritmi intensi, distinguere tra stanchezza e disaffezione può essere complesso, anche perché le due dinamiche si intrecciano e, purtroppo, si alimentano reciprocamente.
In queste pagine e nella intervista registrata con Avvocato360, alcune considerazioni circa
1️⃣ Cosa implica il sentimento di disaffezione per quel che facciamo
2️⃣ Il rapporto tra disaffezione al lavoro e stanchezza
3️⃣ Perché riflettere sul nostro lavoro come “𝒈𝒓𝒆𝒆𝒅𝒚 𝒋𝒐𝒃”
4️⃣ I vantaggi per le organizzazioni nel favorire un approccio più consapevole al lavoro e alla soddisfazione professionale delle loro persone
5️⃣ Qualche strategia di azione.
Lavorare alla propria consapevolezza, e a quella delle persone attorno a noi, è essenziale.
I vantaggi per gli individui
Lavorare alla nostra consapevolezza è essenziale
- per mantenere un approccio al lavoro centrato su di noi, le nostre esigenze e le nostre aspettative attuali
- per non cadere nella trappola dell’ “over-working“, finendo cioè a lavorare ancora di più per ridimensionare l’impressione di non fare abbastanza
- perché quando ci sentiamo poco coinvolti e motivati finiamo con lo sforzarci il meno possibile, con il disconnetterci da quel che ci accade attorno, diventando irritabili con colleghi e clienti, come anche nella vita personale. Le esigenze lavorative e personali si accavallano e non si riesce più a governare la propria giornata, ogni giorno
- per riuscire a gestire l’impatto che stanchezza e/o disaffezione generano sulla nostra vita con strategie mirate ed efficaci.
I vantaggi per le organizzazioni
Lavorare alla consapevolezza delle proprie persone, rispetto a come stanno e cosa rappresenta per loro la soddisfazione professionale è essenziale
- perché stanchezza e disaffezione sono “contagiose” e influiscono negativamente non solo sulla produttività individuale, ma sul clima nell’organizzazione, sul “turnover” e “quite quitting“, di fatto riducendo la competitività generale dell’organizzazione
- perché, sebbene sia più che naturale vivere momenti di demotivazione nella propria carriera, la disaffezione al lavoro è spesso influenzata da una varietà di fattori, inclusi conflitti interni ai team, mancanza di riconoscimento, e scarso coinvolgimento nelle decisioni aziendali. Circostanze che è indispensabile riuscire a intercettare, per poter affrontare e superare.
Strategie per gestire stanchezza e disaffezione
- Promuovere la trasparenza e la comunicazione: incoraggiare una comunicazione aperta e onesta può aiutare a identificare e affrontare le cause di disaffezione e stanchezza prima che diventino endemiche
- Prendere in mano la cultura dell’organizzazione: promuovere tra i modelli di successo il lavoro eccessivo e senza pause adeguate porta in dote stanchezza e disaffezione a molti. E’ essenziale verificare i modelli di condotta premiati nei team e promuovere la sostenibilità della vita professionale tenendo presente il lungo periodo
- Incoraggiare riposo e recupero: assicurarsi che le persone abbiamo la possibilità di prendersi cura di sé e il tempo per farlo
- Sviluppare percorsi di crescita professionale: offrire opportunità di sviluppo professionale e carriera, accanto alla possibilità concreta di perseguirle, può rinvigorire l’interesse delle persone e ridurre la loro disaffezione.
Conclusione
Come individui, dobbiamo imparare a dedicare tempo ed energie alla gestione della nostra soddisfazione professionale. Nessuno può farlo meglio di noi.
Come organizzazioni, distinguere e affrontare efficacemente la stanchezza e la disaffezione delle proprie persone è cruciale per il proprio successo a lungo termine. Investire in strategie per migliorare il benessere delle proprie persone non solo ne riduce la stanchezza e la disaffezione al lavoro, ma conduce anche a risultati migliori.
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